A cura di Roberto Cerino
Che cos’è l’employer branding?
L’employer branding è un concetto relativamente recente che descrive la percezione che i dipendenti attuali e potenziali hanno dell’azienda come datore di lavoro. In altre parole, coincide con l’immagine che i dipendenti hanno sull’organizzazione e sul datore di lavoro.
Si parla spesso della reputazione di un brand o di un’azienda dal punto di vista dei clienti o dei consumatori, ma l’employer branding è forse ancora più importante perché ne definirà il funzionamento e la crescita. In un mercato del lavoro sempre più competitivo, le aziende devono fare di più per differenziarsi e attrarre i migliori candidati.
Fare Employer Branding significa mettere in risalto i propri valori aziendali e può concretizzarsi nelle seguenti caratteristiche:
- Work-Life balance
- Smart working
- Orari flessibili
- Crescita professionale
- Opportunità di carriera
- Benefit
L’employer branding è, inoltre, considerata una parte centrale del marketing, in quanto si occupa di branding, recruiting e comunicazione, coinvolgendo le funzioni HR, il CEO, i manager e i dipendenti stessi.
La sua rilevanza è dovuta alla possibilità di stimolare in maniera inconscia (e non solo) i dipendenti a diventare Brand Ambassador dell’azienda.
Quali sono le vie creative per impiegarlo?
Appurato che l’employer branding rappresenta un mezzo importante per attrarre e trattenere dipendenti di talento, di seguito sono riportate una serie di strategie per impiegarlo in modo efficace:
- Comunicazione trasparente: la trasparenza è fondamentale per la creazione di un’immagine positiva in quanto datore di lavoro. Le aziende dovrebbero essere aperte e oneste nella comunicazione con i dipendenti e con i potenziali candidati, fornendo informazioni complete e accurate sulle opportunità di lavoro, la cultura e i valori aziendali.
- Investimento nella cultura aziendale: la cultura aziendale è un elemento fondamentale dell’employer branding, e le aziende dovrebbero investire tempo ed energie per creare una cultura positiva e inclusiva. Questo può includere iniziative come programmi di formazione e sviluppo, attività di team building e la creazione di un ambiente di lavoro collaborativo e accogliente.
- Valorizzazione dei dipendenti: valorizzare i dipendenti è un importante fattore di motivazione e soddisfazione, e le aziende dovrebbero impegnarsi a creare programmi che riconoscano e premino i dipendenti per il loro contributo. Questo può includere premi finanziari, opportunità di crescita e sviluppo, e la possibilità di partecipare a progetti sempre interessanti e sfidanti.
- Opportunità di crescita e sviluppo: le opportunità di crescita e sviluppo sono un fattore cruciale per la motivazione e la soddisfazione dei dipendenti, e le aziende dovrebbero offrire opportunità di formazione e sviluppo per i dipendenti. Questo può includere programmi di formazione interni, la possibilità di partecipare a conferenze e workshop, e opportunità di carriera.
- Benefit per i dipendenti: i benefit per i dipendenti sono un importante fattore di motivazione e soddisfazione, e le aziende dovrebbero offrire un pacchetto di benefit competitivo e attraente. Questo può includere assicurazioni sanitarie, programmi di pensionamento, permessi retribuiti e altri benefit.
Potremo dunque sintetizzare le strategie nei seguenti punti:
- Mettere a fuoco i fattori critici di successo dell’impresa
- Redigere un’accurata proposta di valore aziendale
- Sviluppare il potenziale dei collaboratori
- Rendere la tua comunicazione interna fluida e semplice
Perché attuarlo?
Alla luce delle considerazioni appena effettuate, un’immagine positiva come datore di lavoro può aumentare la motivazione e la soddisfazione dei dipendenti, migliorare la produttività e ridurre il tasso di turnover.
Tra i vantaggi, osserviamo principalmente i seguenti:
- Ottimizzare i processi di talent acquisition;
- Differenziarsi dalla concorrenza;
- Favorire l’Employee Advocacy;
- Incrementare l’Employee Retention;
- Aumentare il valore della reputazione aziendale;
Un concetto immediatamente collegato al precedente è rappresentato dalla Employee Advocacy. Una prima definizione possiamo attribuirla all’imprenditore Richard Branson, fondatore di Virgin Group.
“Non vengono prima i clienti. Sono i dipendenti che vengono prima. Se ti prendi cura dei dipendenti, loro si prenderanno cura dei clienti.”
Con employee advocacy ci riferiamo, quindi, alle azioni dei dipendenti a sostegno dell’impresa per cui lavorano. I collaboratori sono portavoce dei valori aziendali e trasmettono la percezione (più o meno positiva) della propria impresa come luogo di lavoro, favorendo un passaparola positivo tra i nuovi talenti.
Rappresenta uno strumento alla base delle attività di comunicazione interna. Essa richiede la condivisione di contenuti, di solito attraverso post sui canali social quali ad esempio LinkedIn, Instagram o Facebook, ma può essere manifestata sotto diverse forme e modalità, anche con i social network aziendali.
Una ricerca di Randstad ha evidenziato che ben l’86% dei lavoratori non continuerebbe a lavorare per un’azienda che si è fatta una brutta reputazione. La soddisfazione del dipendente nella sua quotidianità aziendale ha un valore immenso per l’Employer Branding, in quanto lui ne diventa il miglior ambassador.
Se, ad esempio, esaminiamo questo meccanismo su Linkedin, social network evidentemente dalla natura professionale e centrato sul mondo del lavoro, il tasso di engagement arriva a raddoppiare quando un dipendente si fa portavoce del messaggio aziendale.
Ciò, infine, contribuisce a far sì che l’azienda si distingua dalla concorrenza, attirando sempre i migliori candidati durante i processi di reclutamento. L’employer branding rappresenta un elemento chiave per il successo a lungo termine di un’azienda, e merita di essere preso in considerazione e investito con impegno.