Il lockdown dovuto all’emergenza Covid-19 ha senza dubbio spinto l’Italia verso una maggiore digitalizzazione. La tecnologia si sta rivelando sempre più essenziale per attenuare gli effetti della crisi. Infatti grazie alle connessioni internet siamo riusciti ad adattare le nostre abitudini sociali e lavorative alla temporanea situazione di emergenza. Nell’attuale fase di riapertura, vista la regola del distanziamento sociale, è probabile che molti dei nuovi comportamenti acquisiti tenderanno a stabilizzarsi in via definitiva, soprattutto per quanto riguarda i consumi. Vediamo quindi come si sta evolvendo l’e-commerce nelle imprese italiane.
Il rischio di andare fisicamente in un negozio ad acquistare ha davvero reso gli italiani dei consumatori digitali?
La quarantena ha permesso sicuramente a molti consumatori di scoprire i servizi digitali e di iniziare ad apprezzarli. La pandemia ha ribaltato la situazione ed ora comprare online appare più sicuro che farlo fisicamente.
Secondo un sondaggio di Shopfully, che ha coinvolto 12mila consumatori, il nostro paese ha vissuto durante il lockdown una iper-sperimentazione sul fronte dello shopping. Per quanto riguarda gli acquisti di beni di prima necessità ad esempio, il 71% dichiara di aver cambiato le sue abitudini di spesa e il 62% di aver usato pc e smartphone per pianificare i propri acquisti, verificando la disponibilità dei prodotti e l’affollamento dei punti vendita. Sebbene il 33% dei consumatori intervistati da Shopfully dichiara di volere una spesa più tecnologica nel futuro, secondo la ricerca di Doxa invece sarebbe prematuro dire che gli italiani siano diventati dei veri e propri consumatori digitali. Possiamo però comunque affermare di essere complessivamente più disposti a comprare online rispetto al passato, basta vedere infatti come è cresciuto l’e-commerce nelle imprese italiane a confronto con lo scorso anno:

Fonte: Analisi condotta da Casaleggio Associati 2020
Ecco cosa abbiamo comprato online durante la quarantena
Mentre l’eGrocery ha ottenuto ottimi risultati così come disinfettanti e mascherine, la situazione di altri settori appare più fragile. In molti casi infatti già durante il lockdown i venditori hanno assistito ad una frenata dei consumi. La causa in parte è stata una minore propensione allo shopping non essenziale, aggravata poi dalle policy di alcune aziende digitali – come la stessa Amazon – per disincentivare l’acquisto di prodotti non indispensabili.
Nonostante queste difficoltà, in alcuni settori assistiamo comunque a delle crescite.

Fonte: analisi condotta dall’osservatorio Trovaprezzi.it sulle ricerche di acquisti online degli italiani nel periodo compreso tra 10 febbraio e 19 aprile
Gli acquisti online hanno interessato soprattutto oggetti necessari allo smartworking – dalle webcam (+4317%) fino alle sedie da ufficio (+104%), passando per la cartoleria (+139%) – ma sono andati forte anche i prodotti per la cura personale. In questo settore gli acquisti online si sono spostati da make-up e profumi a prodotti per capelli e per il corpo – rispettivamente +207% e +143%. Una crescita rilevante è anche quella degli articoli erotici (+55%).
Risulta invece penalizzato il settore dell’abbigliamento, che secondo Doxa ha perso il 32% di e-commerce, nonostante i brand del fast-fashion si siano dimostrati negli ultimi anni tra i più all’avanguardia sullo shopping online.
Durante la fase 2 continueremo ad acquistare online?
Secondo TradeLab 8 italiani su 10 ritorneranno ai consumi fuori casa, soprattutto per quanto riguarda il settore della ristorazione. Questi dati variano sensibilmente in base alla città di provenienza dell’intervistato. A Roma infatti il 31% si dichiara pronto a ritornare in bar e ristoranti, contro il 18% di Milano.
Se nelle prime settimane di lockdown, secondo i dati di Nielsen l’e-commerce riguardante i prodotti di largo consumo ha subito un’impennata consistente – con un +81% – rimane quindi da capire quale sarà il comportamento degli italiani durante i prossimi mesi.
Sicuramente quella dello shopping online è un’esperienza che porterà una trasformazione nel mondo del business.

Fonte: analisi condotta da Casaleggio Associati,2020
Come sta evolvendo l’e-commerce nelle imprese italiane?
La pandemia ha avuto effetti negativi sul settore retail a livello globale, a causa della chiusura forzata di quasi tutte le attività di vendita al dettaglio. Nonostante l’Italia da sempre figuri tra i paesi meno operativi nell’e-commerce, basti pensare che nel 2019 solo il 10% delle aziende vendeva online, l’emergenza ha costretto ad un rinnovamento.
Per le aziende più grandi la sfida è il potenziamento delle proprie piattaforme di e-commerce. Si dovrà investire molto in social advertising e in formazione del proprio staff. Dobbiamo però fare i conti con il fatto che il tessuto produttivo italiano è costituito per la maggioranza da piccole e medie imprese, che si troveranno ad affrontare per la prima volta sistemi di advertising digitali e tools di marketing online .
Di fronte a questa situazione si è mosso subito Facebook, annunciando sul proprio blog l’iniziativa “Facebook Shops”. Usufruendo del social network, gli imprenditori più piccoli potranno avvicinarsi al mondo nelle vendite online senza dover investire in piattaforme e-commerce e nell’assunzione di personale specializzato. Per ora lo strumento è stato avviato solo negli Stati Uniti, dove quest’estate il team di Zuckerberg ha in programma di lanciare anche l’analogo “Instagram Shops”.
Molto dipenderà comunque dal comportamento dei consumatori. Quanto compreremo ancora online? Quali imprese sceglieremo di supportare? Continueremo a fidarci solo dei big dell’e-commerce o cercheremo di supportare anche i piccoli business locali?