Cartaceo vs Online

Cartaceo vs Online

 

Quali sono le ripercussioni sull’editoria italiana?

Negli ultimi 10 anni, il mondo del digitale ha cambiato il nostro modo di vivere. Il passaggio dal cartaceo al digitale ha portato diversi benefici facendo perdere tuttavia all’editoria italiana 2,4 miliardi di euro negli ultimi 10 anni. Che fine ha fatto, dunque, il cartaceo?

Il giornalismo post industriale non riguarda più solo il giornale stampato (ne ha parlato nel 2012 Clay Shirky, esperto di innovazione digitale e social media), ma i social stessi che hanno permesso al pubblico di accedere alle notizie in tempo reale e gratuitamente.

I rischi del web journalism comprendono in primis il fenomeno diffuso del clickbait (o click-baiting) e delle bufale online: titoli sensazionalistici e notizie non veritiere incrementano la necessità da parte del lettore di verificarne la veridicità.

La multimedialità e l’efficacia di un articolo breve e mirato, d’altra parte, rende il digital journalism più accessibile e in grado di sostenere la concorrenza.

 

Guadagni e Perdite

Questa rivoluzione ha avuto conseguenze disastrose, sembrerebbe che il numero degli scrittori abbia superato quello dei lettori. Secondo uno studio di Fabio Pavesi per Il Fatto Quotidiano, ​​la maggior parte dei giornali ha subito perdite di ricavi esorbitanti. Per esempio, Rcs (uno dei principali gruppi editoriali italiani che comprende Rizzoli e Corriere della Sera) ha subito un declino dei ricavi di 190 milioni di euro tra il 2016 e il 2020, e risulta uno dei gruppi con risultati migliori.

Tra il 2019 e il 2020, la Repubblica è stata svalutata di oltre 130 milioni, mentre la Stampa e il Secolo XIX svalutati di 48 milioni.

Inoltre, i giornali del Caltagirone Editore (il Mattino, il Messaggero, e il Gazzettino) riportano, nel 2020, 119 milioni in meno di fatturato in confronto al 2010. Stessa sorte l’ha affrontata il gruppo Class (Il Giorno, La Nazione e del Resto del Carlino) che ha perso 140 milioni di euro nell’arco di 10 anni.

Fonte: elaborazioni Autorità su dati ADS

 

In questo grafico possiamo notare come le vendite digitali siano nettamente superiori a quelle tradizionali. I dati mostrano che il 60% delle copie vendute nel 2021 è rappresentato dalle prime cinque testate digitali, quasi il doppio di quelle cartacee (32,9%).

 

Innovazioni Digitali e Cambiamenti nel Web Journalism

L’11 maggio 2022 il Washington Post ha lanciato un sistema di progettazione open-source che consente ai progettisti di “The Post” di spedire i prodotti digitali in modo nettamente più accessibile e mantenendo una coerenza visiva su larga scala. Si tratta di una piccola ma grande innovazione che, però, non tutti i giornali possono permettersi di raggiungere in poco tempo. Questa progettazione rende la piattaforma più agile e competitiva facendo de Il Washington Post un apripista per le altre testate.

Come già detto in precedenza, la digitalizzazione dei giornali online (se si considerano anche le pubblicità e gli abbonamenti) non è abbastanza per sostenere le perdite perché vi è la convinzione che l’informazione online dovrebbe essere gratuita.  La conseguenza è la chiusura quasi inevitabile di editoriali (e delle edicole o librerie) e una crisi decisiva del professionismo. Tutto sta nell’abitudine. Bisognerebbe essere consapevoli che dietro la stesura di un articolo c’è una forza lavoro su cui grava la mancanza di finanziamenti. L’utente paga altri servizi senza una coscienza di base sul valore di ciò che sta leggendo. Perché non pagare quindi anche l’accesso ad una notizia online?

A cura di Beatrice Andreani e Sofia Righi

 

Fonti articoli:

 

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